bambini, craniosacrale, osteopatia

Osteopatia: un regalo di benessere per il neonato

Le ossa della testa del neonato non sono ancora completamente ossificate, ma sono strutturate per assorbire le pressioni naturali esercitate al momento del parto: per questo si deformano momentaneamente per affrontare il percorso verso la luce, ma una volta che il bimbo fa il suo primo respiro, iniziano un naturale automassaggio che, gradualmente, le modella e le riporta alla loro normale posizione anatomica.

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Di solito, tutto avviene spontaneamente entro qualche giorno dal parto, ma se i disequilibri non vengono recuperati, è probabile che, crescendo, la testolina dovrà adattarsi a convivere con piccoli o grandi movimenti di compensazione che condizionano il resto della struttura muscolo-scheletrica. A volte senza problemi apparenti, a volte con qualche disturbo, come coliche, irritabilità, vomito, difficoltà di suzione, otiti e disturbi del sonno.

  • Ad esempio, se il piccolo soffre di coliche o rigurgita spesso o troppo, la causa potrebbe essere una leggera compressione, a livello della base cranica, del nervo vago, che tra i vari compiti ha anche quello di regolare le funzioni gastrointestinali e cardiocircolatorie;
  • se il bimbo presenta, invece, difficoltà nella suzione, potrebbe esserci un’irritazione, sempre a livello della base cranica, dell’ipoglosso, un nervo cranico che presiede all’innervazione della muscolatura della lingua.

Una tecnica di autoguarigione…

In questi casi, se il danno non è permanente, può essere utile ricorrere all’osteopatia cranio- sacrale,  una terapia basata sul contatto manuale, molto delicata e rispettosa delle dinamiche del corpo. Inventata alla fine dell’Ottocento dal dottor Taylor Still, si basa sul principio che il corpo, se correttamente guidato, ha in sé tutto ciò che gli occorre per ritrovare il suo equilibrio fisiologico e guarire.
Compito dell’osteopata è individuare gli squilibri, spesso impercettibili, delle ossa che possono causare compressioni o rigidità e correggerli prima che si riverberino sul corpo, sviluppando nel tempo diversi dolori, anche cronici. La terapia, quindi, non cura i sintomi di un disturbo, ma stimola il naturale processo di autoguarigione e autocorrezione del corpo del paziente.
Il numero di sedute necessario per risolvere un determinato problema è variabile: come per tutte del tecniche ‘dolci’, la risposta è sempre individuale.

… adatta anche ai bambini

L’osteopatia non prevede l’uso di farmaci e, se ben applicata, non comporta effetti collaterali: quindi è adatta ai pazienti di ogni età. I neonati e i bambini piccoli sono creature con un corpo in divenire: hanno strutture muscolo-scheletriche più elastiche, non ancora del tutto ossificate, e accettano più facilmente la guida delle mani dell’osteopata verso il riequilibrio della struttura.
Da un certo punto di vista, questo la rende anche un ottimo metodo di medicina preventiva, in grado non solo di curare i disturbi caratteristici dell’infanzia, ma anche di prevenirne molti altri tipici dell’adolescenza e dell’età adulta, come asma, scoliosi, difficoltà di attenzione e di apprendimento, piedi piatti e posture scorrette che, di frequente, causano dolorosi mal di schiena.

Un momento di relax

Spesso questa tecnica è conosciuta, a torto, come una terapia violenta. Si tratta invece di una cura dolce e non invasiva.
Durante la visita, il bimbo viene sdraiato sul lettino o tenuto in braccio dalla mamma o, ancora, messo sulle gambe dell’osteopata in posizione supina, prona o seduta: poi, il terapista valuta le asimmetrie della testa e di tutto il corpo e con le sue mani “ascolta” i movimenti del cranio e lo”modella” lentamente con piccole pressioni. Inizia così a lavorare per sbloccare e rendere più flessibili le strutture un po’ rigide.
La seduta dura 45/60 minuti al massimo. Dopo il trattamento, i bimbi sono molto rilassati e una volta a casa dormono più tranquilli. Per i più grandicelli la seduta è anche un’occasione per imparare a riconoscere il proprio corpo e a esprimere le proprie emozioni.

Indispensabile dopo una nascita difficile

In molti paesi europei il neonato è sottoposto di routine a uno screening osteopatico quando è ancora in ospedale. In Italia questo non succede, ma un incontro con il terapista dovrebbe essere proposto almeno se il piccolo ha avuto una nascita complicata. Ecco da quali fattori:

  • travaglio inferiore a 2 ore o superiore a 8;
  • parto gemellare (due bimbi nello stesso pancione sono sottoposti a maggiori compressioni);
  • parto pre-termine (il cranio dei bimbi nati prima della 37ª settimana è più fragile);
  • parto podalico o di faccia (le due presentazioni più soggette a pressioni intracraniche);
  • cesareo (il passaggio dall’habitat uterino al mondo esterno è troppo veloce e brusco);
  • uso del forcipe, della ventosa o della manovra di Kristeller (i bimbi nati con questi metodi riportano spesso alcuni gradi di compressione, stiramento o contusioni più o meno lievi).

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