Morfologie e Biodinamiche dello sviluppo embrionale come gesto e il ruolo della fascia come organo dell’interiorità.
L’esistenza prenatale in una prospettiva biodinamica, di e con Jaap van der Wal
Introduzione al seminario
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Comprendere gli stadi dello sviluppo è fondamentale per il riconoscimento del potenziale terapeutico che le forze embriologiche hanno in tutti i successivi stadi della vita. Le forze biodinamiche che agiscono nello sviluppo embrionale sono continuamente al lavoro e costituiscono il nostro potenziale di autoguarigione e di salute. Il corpo umano prende il suo aspetto e si forma durante lo sviluppo embrionale in un processo continuo di cambiamento e metamorfosi, è possibile comprendere questi movimenti come “comportamento umano”. Quello che facciamo nella forma e nei ritmi dello sviluppo embrionale è un’ esercitazione morfologica che prepara la fisiologia e più tardi la psicologia della persona.
Se cerchiamo di comprendere il linguaggio delle strutture e delle forme degli organismi viventi, piuttosto che di spiegare quelle forme in termini di cause, se guardiamo l’embrione attraverso un, diciamo così, “paio di occhiali fenomenologici”, allora conoscere
l’embrione diventa improvvisamente un viaggio dentro noi stessi. L’embrione ci racconta l’emozionante storia del diventare un essere umano.
Un tale approccio fenomenologico ci chiede di capire l’architettura del “tessuto connettivo nel corpo come un tutto unico, ed in questo caso, la visone analitica della mente anatomica non funziona. C’è anche una citazione di AT Still che nomina la fascia come il luogo dove “l’anima dimora”. Che cosa hanno o no da spartire anima e fascia con l’anatomia e la topografia? vedi articolo”La fascia come organo dell’interiorità”
Questo seminario è una rara opportunità di ascoltare un’autorità mondiale nell’ambito dell’embriologia che ha sviluppato una sintesi unica tra scienza e principi spirituali. L’approccio ha solide radici nell’embriologia come studio delle forme fino a diventare embriosofia come espressione di senso e di valori. Quanto al metodo, si cercherà di connettere sentire e pensare, intuizione e conoscenza, in una sorta di “comprensione empatica”, arrivando a conoscere e a co-sperimentare i misteri del concepimento e della nascita. Questa modalità innovativa di considerare lo sviluppo embrionale aprirà prospettive completamente nuove sulle teorie della polarità e della tripartizione, sulle relazioni tra microcosmo e macrocosmo, tra creazione ed evoluzione, tra materia e spirito. Durante questi quattro giorni, si alterneranno letture, riflessioni e momenti di condivisione e di confronto a esercitazioni pratiche di osservazione e partecipazione attraverso il disegno e il “body work”.
Introduzione a Jaap van der Wal
Jaap van der Wal è medico ed è stato professore associato in Anatomia ed Embriologia all’Università di Maastricht, Paesi Bassi. Dopo la laurea in medicina nel 1973 si è specializzato in anatomia funzionale e sviluppo dell’apparato locomotore con riguardo particolare alla propriocezione ovvero il senso di percezione della locomozione e della posizione corporea. In seguito si è dedicato all’insegnamento in Filosofia della Scienza e Antropologia medica.
“La mia passione tuttavia era e tuttora rimane l’embriologia umana. Il corpo umano è un processo, che si sviluppa e funziona nel tempo. L’embrione si muove, si comporta in forme. È in quest’area che ho incontrato l’antroposofia. Applico il metodo della morfologia dinamica per comprendere quello che realmente facciamo come esseri umani allo stadio embrionale. Con questo approccio ho scoperto che per me scienza e religione, materia e spirito, macrocosmo e microcosmo, creazione ed evoluzione s’incontrano l’un l’altro nel processo fenomenale del divenire umano. Rispetto a ciò trovo nell’embrione significative risposte a domande circa il significato dell’esistenza umana”.
tratto da http://www.craniosacrale.it/blog/jaap-van-der-wal/